«Il calcio femminile acquisisce rilevanza commerciale anche grazie alle dirette TV»

L’entusiasmo è grande: attualmente in Svizzera si sta svolgendo il Campionato europeo di calcio femminile. Le e gli esperti di sport sono convinti che la presenza mediatica dia una spinta allo sport e possa contribuire a ridurre sessismo e omofobia nella società.

Festeggiamo, imprechiamo, tifiamo: il calcio è uno degli sport più amati in assoluto. I grandi tornei attirano un pubblico di milioni di persone. Questo vale per le partite maschili, ma anche per l’ultimo Campionato europeo femminile: la scorsa estate allo stadio Wembley di Londra l’atmosfera era elettrizzante. Poco meno di 90’000 persone erano assiepate sugli spalti per seguire dal vivo la finale degli Europei tra Inghilterra e Germania. Senza contare i circa 250 milioni di fan incollati al televisore in 195 Paesi. Seraina Degen, cronista sportiva di SRF, ricorda: « L’atmosfera era davvero speciale: vibrante ma allo stesso tempo serena, con un pubblico molto eterogeneo. Se in passato lo stadio era piuttosto frequentato da famiglie con bambini, oggi il calcio femminile è seguito da persone di ogni età, e anche da molti uomini. È diventato uno sport per tutti».

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L’internazionale svizzera Alisha Lehmann in un’amichevole contro la Polonia.

Anche per il Campionato europeo femminile, che si terrà in Svizzera a luglio, le previsioni sono buone: sono già stati acquistati oltre mezzo milione di biglietti in tutto il mondo e UEFA prevede un pubblico televisivo globale di 500 milioni di spettatrici e spettatori. Spera inoltre che quest’anno venga superata la media di 21’710 presenze per partita.

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Il 90% delle giocatrici e delle direttrici di gara afferma di esserne stata vittima almeno una volta.»
Matthias Buser, sociologo dello sport
Meno sessismo grazie allo sport femminile?

Se lo sport femminile guadagna popolarità, ne beneficia anche lo sport maschile. Ne è convinto il sociologo dello sport Matthias Buser. «Nel calcio esiste un marcato sessismo: il 90% delle giocatrici e delle direttrici di gara afferma di esserne stata vittima almeno una volta».

È importante che le associazioni si assumano la responsabilità di proteggere sia le calciatrici che le allenatrici dagli attacchi sessisti. «Finora le donne non sono state nemmeno incluse nel regolamento», afferma Buser. «Non ci sono sanzioni per comportamenti sessisti, né un servizio di segnalazione per le persone colpite. Il calcio è una delle ultime roccaforti in cui si può dimostrare la propria mascolinità facendo osservazioni sessiste o omofobe». I calciatori che si dichiarano omosessuali sono pochi. Le calciatrici, invece, lo fanno e parlano apertamente del loro orientamento sessuale. Buser vede in questo una preziosa opportunità per la società: «È un bene per tutto lo sport se questo tipo di comportamento non è più tollerato. I media possono contribuire a rendere inaccettabile il sessismo nello sport».

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A livello internazionale il calcio femminile sta facendo passi da gigante. La Svizzera deve stare attenta a non perdere il treno.»
Seraina Degen, cronista sportiva di SRF
Vogliamo essere parte integrante del programma mediatico»

Da alcuni anni la SSR trasmette le partite della AXA Women’s Super League. Marion Daube, dal 2022 a capo del comparto Calcio femminile presso l’Associazione Svizzera di Football (ASF), apprezza l’impegno della SSR a favore del calcio femminile.

La diffusione in TV è importantissima e getta le basi per ulteriori sviluppi. Il traguardo però non è ancora stato tagliato: «Puntiamo a conquistarci un posto fisso nel programma e non a tappare i buchi quando serve o ad avere spazio solo durante i tornei o le partite importanti. Uno sguardo oltre confine, ad esempio in Germania, mostra che il calcio femminile ha una presenza settimanale regolare nel palinsesto. Questo deve servirci da stimolo».

L’interesse in netto aumento per il calcio femminile è tangibile, ma la giornalista sportiva, Seraina Degen, mette in guardia: «A livello internazionale il calcio femminile sta facendo passi da gigante. La Svizzera deve stare attenta a non perdere il treno».

Stipendi migliori nel lavoro d’ufficio che nello sport professionistico

Poi rimane aperta la questione dei salari. Abbiamo fatto dei progressi, questo è vero, ma la parità resta una chimera. La scorsa estate le retribuzioni delle giocatrici della nazionale svizzera sono state allineate a quelle degli uomini. I bonus versati dagli sponsor principali per la qualificazione agli Europei o ai Mondiali ora sono gli stessi, ma le cose non sono così per i premi pagati dall’Associazione Svizzera di Football (ASF).

Le statistiche salariali per il calcio femminile mancano ancora, ma la capitana della nazionale Lia Wälti ha dichiarato a CH-Media che un lavoro ben retribuito nel settore commerciale in Svizzera le porterebbe uno stipendio più alto rispetto al calcio professionistico in Svizzera. Per le calciatrici professioniste, la carriera comporta di solito un doppio onere: «La maggior parte di loro lavora o studia a tempo pieno. Sono giornate lunghe per le giocatrici di alto livello. Le donne sono più impegnate degli uomini da questo punto di vista», spiega Degen. Ecco perché le trasmissioni televisive sono importanti. La visibilità crea interesse, lo sport acquista anche importanza commerciale e può così svilupparsi e professionalizzarsi ulteriormente, continua Degen.

«Più giocatrici tesserate, più fan negli stadi, più trasmissioni in TV»

Come la presenza mediatica ha dato una spinta al calcio femminile. Intervista in tedesco a Tatjana Haenni, ex direttrice del comparto Calcio femminile presso l’Associazione Svizzera di Football (ASF).

Le società calcistiche soffrono di mancanza di spazi

Per renderlo possibile, i club della Super League dovrebbero promuovere, oltre allo sport giovanile, anche lo sport femminile. Tuttavia, Matthias Buser vede ancora alcuni ostacoli: « Sono dinamiche che devono ancora mettersi pienamente in moto», spiega. « Per molte società, investire nello sport femminile potrebbe rivelarsi una scelta lungimirante, ma le decisioni vengono prese soprattutto in base a valutazioni economiche e, da questo punto di vista, lo sport femminile spesso non è ancora considerato abbastanza redditizio».

E c’è un altro problema: le società calcistiche sono già sovraccariche e in molti luoghi hanno difficoltà a reperire risorse e campi di allenamento. « Anche quando un club è motivato a sostenere il settore femminile», osserva Buser, «spesso manca semplicemente lo spazio. Garantire le infrastrutture necessarie è una responsabilità che spetta allo Stato».

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Da bambina avevo modelli maschili, ma se le ragazze possono prendere esempio dalle donne, si crea un rapporto completamente diverso e questo è davvero importante»
Lara Dickmann, l’ambasciatrice del torneo
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Lara Dickmann, l’ambasciatrice del torneo

Ciononostante, il numero di partecipanti nel calcio femminile a Zurigo è aumentato del 20% da quando la Svizzera è stata annunciata come Paese ospitante del torneo. La città ha stanziato un budget di 1,2 milioni di franchi per promuovere l’accesso al calcio per le ragazze attraverso programmi scolastici.

In un’intervista a uefa.com, l’ambasciatrice del torneo Lara Dickmann ha raccontato: «Quando ero piccola, dovevo giocare con i ragazzi perché non c’erano squadre femminili. Da bambina avevo modelli maschili, ma se le ragazze possono prendere esempio dalle donne, si crea un rapporto completamente diverso e questo è davvero importante».

 

Daniela Huwyler, aprile 2023, e Noemi Harnickell, aggiornato a giugno 2025

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Daniela Huwyler, aprile 2023

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