Ridurre le barriere: l'impegno della SSR nel campo della ricerca

Chi vuole partecipare alla vita sociopolitica dev’essere informato. Tuttavia, l’accesso ai contenuti mediatici non è sempre scontato, soprattutto per le persone con disabilità visive o uditive. La SSR s’impegna pertanto nella ricerca promuovendo progetti innovativi, che grazie all’IA mirano ad automatizzare numerosi servizi.

Quando accende il televisore e le ultime notizie non sono disponibili nella sua lingua materna – quella dei segni – Martina è presa da un moto di stizza. Per una persona sorda come lei si tratta ogni volta di un grande ostacolo, visto che le piace informarsi e ci tiene ad essere aggiornata. Una situazione che, fortunatamente, sta cambiando. La SSR ha infatti dichiarato di voler inserire un numero crescente di interpreti della lingua dei segni nei suoi programmi e sottotitolare tutte le trasmissioni entro il 2027.

Un impegno enorme per la società mediatica, che incontra non poche difficoltà anche a livello di attuazione. Gli interpreti della lingua dei segni e le audiodescrizioni sono infatti servizi molto costosi. Nell’intento di arginare i costi sfrutta quindi il grande potenziale dall’intelligenza artificiale (IA) per garantire l’automatizzazione del servizio. La SSR partecipa infatti da tempo a diversi progetti innovativi volti a garantire un accesso senza barriere alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per le persone con disabilità.

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Oggi la traduzione della lingua dei segni si trova allo stesso punto in cui si trovava quella delle lingue parlate oltre un trentennio fa.»
Giacomo Inches, responsabile del progetto
«Dobbiamo portare avanti la ricerca»

Uno di questi progetti è «Easier». Lo scopo di questa ricerca, cui ha collaborato la società Swiss TXT, affiliata della SSR, era sviluppare uno strumento di traduzione e comunicazione completamente automatico che permettesse a persone sorde e udenti di comunicare e interagire senza barriere in lingua dei segni. I lavori sono stati intensi e promettenti anche se non è stato raggiunto l’obiettivo prefisso, ossia il lancio sul mercato di un prodotto concorrenziale. La ragione principale del mancato successo è la carenza di dati. Serve infatti una mole enorme di dati per alimentare l’IA e renderla operativa. «Oggi la traduzione della lingua dei segni si trova allo stesso punto in cui si trovava quella delle lingue parlate oltre un trentennio fa», afferma Giacomo Inches, responsabile del progetto. Per perfezionare uno strumento di comunicazione bisogna assolutamente continuare la ricerca.

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Giacomo Inches, responsabile del progetto

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Attualmente i sistemi non sono ancora in grado di garantire la produzione di audiodescrizioni di alta qualità senza l’intervento umano.»
Sarah Ebling, responsabile di progetto dell'Università di Zurigo
L’IA fornisce gli script per l’audiodescrizione

Il complesso lavoro di approfondimento scientifico si avvale del programma IICT (Inclusive Information and Communication Technologies) dell’Università di Zurigo, cui partecipa anche Swiss TXT. Il programma si articola in cinque sezioni. La prima approfondisce la traduzione automatica della lingua dei segni, la seconda è dedicata al tema dell’audiodescrizione (AD), che permette alle persone ipo e non vedenti di accedere a contenuti visivi. In sostanza, si tratta di fornire una descrizione audio delle azioni principali e delle caratteristiche dei filmati, sottotitoli compresi. L’audiodescrizione si basa in sostanza su script retti da una serie di regole standardizzate. Nel sottoprogetto dell’IICT si punta a generare questi script in modo semiautomatico grazie all’IA, che permette il riconoscimento visivo delle scene e la creazione del relativo testo descrittivo. In modo semiautomatico, appunto, perché lo script viene controllato in ultima istanza da un essere umano. «Attualmente i sistemi non sono ancora in grado di garantire la produzione di audiodescrizioni di alta qualità senza l’intervento umano. L’obiettivo rimane quindi l’incremento dell’efficienza con il supporto della macchina», afferma la responsabile di progetto Sarah Ebling dell’Università di Zurigo.

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Sarah Ebling, responsabile di progetto dell’Università di Zurigo

Una stretta collaborazione con i diretti interessati

I tre ulteriori sottoprogetti di IICT ruotano attorno alla semplificazione automatizzata dei testi, la sottotitolazione parlata e il controllo della lingua dei segni. In tutti e tre i casi i ricercatori lavorano a stretto contatto con gli interessati. «Siamo alla continua ricerca dello scambio. È molto importante in particolare per la lingua dei segni, dove per anni la ricerca tecnologica è andata avanti senza curarsi dell’esistenza dei sordi», ribadisce Ebling. Una situazione che ha creato non poco malcontento e anche timore. «Non vogliamo che IICT ripeta questo errore.»

Sia i dati rilevati durante i progetti di IICT e «Easier» che i risultati raggiunti sono consultabili liberamente. In tal modo i progetti vanno a beneficio non solo della SSR, che li può sfruttare, ma anche di tutta la società: grazie alla ricerca si possono abbattere ulteriormente le barriere, rendendo sempre più realistica la partecipazione alla vita sociopolitica delle persone con disabilità.

Kevin Hofer, luglio 2024

 

Commento

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