«RadioBus»: Provare per credere!
«Avvisali che aprirai i microfoni giallo e verde, alza la mano e fai un segnale quando possono partire. Ecco, ci siamo». Il «RadioBus» ha offerto alle allieve e agli allievi del decimo anno della scuola media La Courtine à Bellelay (BE) l’opportunità di vivere l’esperienza radiofonica da entrambi i lati del vetro: in studio e in regia, sperimentando in prima persona le diverse professioni del settore. ll progetto si inserisce nell’ambito della Settimana dei media a scuola, un’iniziativa promossa principalmente dalla RTS, che mira a stimolare nei più giovani il pensiero critico in un panorama dell’informazione in continua trasformazione.
Mani che tremano, grande eccitazione, risate ma anche concentrazione. Le allieve e gli allievi del decimo anno della scuola media La Courtine à Bellelay hanno vissuto un’esperienza unica nell’ambito della Settimana dei media a scuola. Hanno montato e presentato una trasmissione nel «RadioBus», partner dell’evento che si è tenuto dal 10 al 14 febbraio 2025 all’insegna del tema «Informare senza deformare». Il progetto pedagogico messo a punto dalla Conferenza intercantonale dell’istruzione pubblica e della cultura della Svizzera romanda e del Ticino (CIIP) in collaborazione con RTS e si è articolato in 58 attività adattate a ogni fascia d’età.
L’iniziativa è una delle tante che la RTS dedica durante tutto l’arco dell’anno all’educazione ai media: tramite RTS Découverte e una serie di laboratori sostiene attivamente le e i docenti, apportando un grande valore aggiunto a questa materia fondamentale per lo sviluppo di una società libera e responsabile.
Un’esperienza indimenticabile
«Non avrei mai immaginato che fare la giornalista fosse così impegnativo», mi confida un’allieva, e sottolinea soprattutto la difficoltà nel trovare persone disposte a intervenire in radio, sapere a quali fonti di informazione attingere, condensare le parole, redigerle.
Allieve e allievi alla scoperta delle professioni radiofoniche attraverso la realizzazione
di una trasmissione in tutte le sue fasi.
Lucie Donzé
Le classi del decimo anno della scuola media La Courtine à Bellelay hanno partecipato alla Settimana dei media tramite il «RadioBus», uno studio radiofonico itinerante che nel corso dell’anno percorre la Svizzera romanda per far conoscere le professioni radiofoniche ai più giovani.

il «RadioBus» ha effettuato una fermata alla scuola media La Courtine, Bellelay (BE).
Lucie Donzé
Suddivisi in gruppi da due o tre, allieve e allievi hanno deciso un tema, scelto un’interlocutrice o un interlocutore per condurre un’intervista e successivamente redatto un testo da presentare in diretta a due voci, una della persona moderatrice e l’altra di una o un giornalista. Dall’altra parte del vetro dello studio, una compagna o un compagno di classe si occupava del lato tecnico. La trasmissione è stata diffusa in diretta su «RadioBus».fm: tutti i temi trattati sono disponibili sul sito.
L’esperienza con il «RadioBus» ha permesso loro di sviluppare determinate competenze specifiche, ad esempio in ambito redazionale, ma anche di sperimentare in prima persona cosa significa costruire un discorso proprio. «Si rendono conto di quanto sia importante mettersi in gioco con le proprie parole», spiega Jérôme Montavon, direttore dell’istituto, ex giornalista e docente di francese.

Jérome Montavon (in piedi con gli occhiali), direttore della scuola media La Courtine, Bellelay,
osserva il lavoro delle sue allieve e dei suoi allievi.
Lucie Donzé
E Denis Badan, co-responsabile del «RadioBus», aggiunge: «Sono i docenti a occuparsi dell’aspetto legato all’educazione ai media durante la preparazione dei programmi. Sin dalla nascita del «RadioBus» proponiamo un’esperienza concreta, che culmina con la messa in onda della trasmissione: è il modo migliore per imparare».

Denis Badan, professore presso la HEP Vaud, responsabile dei servizi «RadioBus»-Box-Scolcast
Denis Badan
Imparare a smistare i contenuti
L’educazione ai media viene insegnata durante tutto l’anno. Come accennato da Jérôme Montavon: «Ogni anno affronto i temi delle fake news, della verifica delle fonti e dei danni che può causare un’informazione falsa».
Da qualche tempo, questi aspetti trovano sempre più spazio nell’insegnamento. In Svizzera romanda, la Settimana dei media a scuola esiste dal 2004. All’epoca, l’educazione ai media figurava nel piano di studio, ma si perdeva nella formazione generale, senza che le venissero dedicate lezioni specifiche. Quindi, la responsabilità di questa formazione veniva condivisa tra tutto il corpo docenti. «Per ricordare l’importanza di questi temi era necessario un evento significativo», così Christian Georges, collaboratore scientifico, responsabile dell’educazione ai media presso la CIIP.
Georges fa notare, in particolare, la confusione che si è creata a proposito di tutto ciò che definiamo «contenuti», la fatica del grande pubblico a distinguere un’informazione da un’opinione, l’uso improprio che si può fare dell’intelligenza artificiale, i video deep fake (video manipolati in grado di attribuire a una persona dichiarazioni che non ha mai fatto). «Ci si abitua a vivere in un mondo di fake», deplora, rimarcando l’importanza di mantenere la capacità del pensiero critico e di distinguere tra ciò che è affidabile e ciò che non lo è.
Oggi l’educazione digitale è una materia vera e propria, integrata in tutti i livelli della scuola obbligatoria in Svizzera romanda e in Ticino. L’ambizioso progetto interessa nello specifico la dotazione tecnologica delle scuole, la formazione delle e dei docenti e le risorse pedagogiche messe a disposizione per l’insegnamento. «Vista la rapida evoluzione del digitale si tratta di una sfida estremamente difficile», osserva Christian Georges. Ogni Cantone sta elaborando un proprio sistema, e il 17 giugno 2010 è stato stipulato un contratto di collaborazione tra la CIIP e la Radio Télévision Suisse romande.

Christian Georges, collaboratore scientifico, responsabile
dell’educazione ai media presso la CIIP.
CIIP
Un valore aggiunto incommensurabile
Per l’organizzazione della Settimana dei media a scuola, la RTS mette a disposizione le sue competenze e risorse: le scuole beneficiano così di una web serie realizzata appositamente per lo scopo. Quest’anno, i dieci episodi della durata di tre minuti affrontano diverse tematiche incentrate sull’interazione tra media e ambiente. Gli aspetti approfonditi riguardano il greenwashing, l’intelligenza artificiale e il suo impatto sull’ambiente o le fake news in tema di ecologia. «Alla CIIP non avremmo assolutamente le risorse necessarie per trattare queste tematiche, soprattutto sotto forma di serie», afferma Christian Georges.
Nel suo impegno di educazione ai media, «la RTS si pone due obiettivi principali: aiutare bambine e bambini a sviluppare uno spirito critico e far loro conoscere il percorso che compie un’informazione», spiega Tania Chytil, produttrice alla RTS e responsabile del sito educativo RTS Découverte.
I due obiettivi sono stati pienamente centrati a Bellelay. Scegliere un soggetto, ricercare le informazioni, verificare le fonti e rendersi conto che, ad esempio, non basta semplicemente recarsi alla pista di ghiaccio per intervistare un giocatore di hockey professionista: tutto questo ha consentito ad allieve e allievi di avvicinarsi all’universo mediatico con maggiore consapevolezza e un bagaglio più ampio di conoscenze.
Inoltre, la RTS organizza una serie di laboratori pratici per tutte le fasce d’età, in cui vengono trattate tematiche che spaziano da TikTok e i social media alla realizzazione di effetti speciali su uno sfondo verde, questioni per le quali, tiene a sottolineare Christian Georges, «le competenze della RTS risultano estremamente preziose».

Tania Chytil, produttrice alla RTS e responsabile del sito educativo RTS Découverte,
mentre conduce un laboratorio in una classe romanda.
RTS
Una preziosa collaborazione a rischio
La Settimana dei media a scuola rientra nel contratto sottoscritto tra la CIIP e la RTS. Tuttavia, la collaborazione si svolge durante tutto l’anno scolastico, per esempio con l’elaborazione dei dossier pedagogici in relazione al premio letterario per giovani «Prix RTS Littérature Ados», la possibilità di visitare le redazioni e gli studi, i numerosi laboratori proposti. «L’educazione ai media è sempre esistita alla RTS, ma era piuttosto teorica. Negli ultimi tre anni abbiamo sviluppato un’offerta concreta di laboratori», spiega Tania Chytil. Christian Georges constata con soddisfazione: «I progressi ottenuti negli ultimi anni sono straordinari, l’offerta molto ricca di laboratori ci giunge in modo del tutto spontaneo».
Pertanto, il responsabile dell’educazione ai media della CIIP si dice preoccupato in vista della prossima votazione sul canone. Teme infatti che «una riduzione drastica delle risorse potrebbe mettere a rischio la possibilità di mantenere queste offerte». Per Tania Chytil e il suo team questo è un motivo in più per rimboccarsi le maniche: «Ci batteremo affinché l’opinione pubblica comprenda che il nostro lavoro va ben oltre la semplice trasmissione di programmi televisivi e radiofonici».
Lucie Donzé, marzo 2025